Dal 15 al 17 settembre 2022 si continua a danzare ad “alto volume” ad Ammutinamenti Festival di danza urbana e d’autore di Ravenna, grazie alla Vetrina della giovane danza d’autore, uno degli eventi più attesi del Festival, che accoglie giovani autori e autrici provenienti da tutta Italia selezionati tramite un bando nazionale dai partner del Network Anticorpi XL, rete italiana dedicata alla promozione della giovane danza d’autore. I selezionati di questa edizione sono: Simone Arganini, Daniele Fabris e Amerigo Piana, Nicholas Baffoni, Sissj Bassani e Martina Piazzi, Bianca Berger, Sara Capanna, Barbara Carulli e Michele Scappa, Marco Di Nardo e Juan José Tirado, Fabritia D’Intino e Federico Scettri, Gloria Dorliguzzo, Nunzia Picciallo, Emanuele Rosa e Maria Focaraccio, Elena Sgarbossa, Antonio Taurino, Giada Vailati e Francesco Sacco, Matteo Vignali e Noemi Dalla Vecchia. I giovani artisti sono stati coinvolti, da maggio a settembre, in un percorso di accompagnamento che si è sviluppato attraverso un ciclo di incontri online durante i quali professionisti e professioniste del settore hanno condiviso con loro strumenti e nozioni utili a orientarsi e districarsi tra gli aspetti amministrativi, organizzativo-gestionali e tecnici della produzione e della circuitazione. Un tempo e uno spazio a loro dedicato per affrontare al meglio la partecipazione alla Vetrina e che possa nutrire il loro percorso autoriale futuro.

Giovedì 15 settembre apre la Vetrina (ore 18, Artificerie Almagià) Questo è il mio corpo (un’altra Ofelia), intenso lavoro di Giada Vailati e Francesco Sacco, che nasce da un percorso di ricerca attorno al personaggio dell’amletica Ofelia, la cui vita e morte raccontano un particolare rapporto con il possesso del corpo, destinato al sacrificio per l’espiazione di peccati altrui. Giada Vailati è danzatrice, coreografa e contributor per varie testate giornalistiche; Francesco Sacco è compositore, dramaturg e regista per produzioni di teatro, danza contemporanea e performance.

Si prosegue la serata (dalle ore 20.45) sul palcoscenico del Teatro Rasi dove si alternano diversi artisti e artiste. Ad inaugurare la prima serata, lo spettacolo Oscilla – connections in space | primo studio, coreografia e movimento, programmazione sensori Simone Arganini, musica e live electronics Daniele Fabris e luci e VJing Amerigo Piana. Questa creazione nasce dall’incontro di tre artisti con un percorso formativo nella musica elettronica accademica che in seguito, pur avendo mosso i loro passi in ambiti diversi, sono rimasti accomunati dall’interesse per la tecnologia e il suo utilizzo come agente di contaminazione tra diverse arti performative. Nella ricerca alla base di Oscilla, l’utilizzo della tecnologia parte da un movente ludico, ma presto diventa strumento d’indagine di relazioni e interazioni possibili, e perno di integrazione tra una performance di danza, un live set di musica elettronica e una sessione di VJing in cui sono manipolati video e luci. Si prosegue con la performance Ordinary people, creata e interpretata da Marco di Nardo e Juan Tirado. Così il lavoro nelle parole di coreografi: Due storie indipendenti che coinvolgono la necessità della nostra attenzione, ricreando il caos che questa condizione suppone per le persone che la vivono. Usando costantemente il nostro linguaggio del corpo e la nostra musicalità per creare immagini che si trasformano nel tempo e hanno un impatto sulla scena. Marco Di Nardo è danzatore e coreografo, ha iniziato la sua carriera nel 2003, ballando nella scena b-boying di Napoli e vincendo molti premi nazionali e internazionali con la DBR Crew. Juan Tirado è danzatore e coreografo, originario della Spagna. Il suo background è fortemente influenzato da Breakdance, arti marziali e informatica. L’intensa giornata si conclude con lo spettacolo Small living space, coreografia e interpretazione di Antonio Taurino. La performance mette in scena la drammatica storia di un uomo inscatolato nei propri pensieri, manipolato dalle proprie paure e preso a cazzotti dalle proprie sofferenze, perso, quindi, in un insano circolo vizioso. Un piccolo stralcio di realtà in cui la non accettazione di sé, innesca un intenso meccanismo conflittuale: un’intima lotta con sé stessi, uno scontro disperato contro un nemico invisibile. Antonio Taurino, danzatore e coreografo, durante gli studi accademici ha avuto l’opportunità di confrontarsi e studiare anche con maestri e coreografi di fama internazionale.

Venerdì 16 settembre (ore 17.30, Artificerie Almagià) la Vetrina è in scena con lo spettacolo all you need is, concept e coreografia di Emanuele Rosa e Maria Focaraccio. Partendo da figure di alcuni balli di coppia tradizionali quali il tango, il valzer, la salsa, all you need is intende esplorare e mettere in discussione la logica delle opposizioni binarie che dominano il nostro sistema di pensiero, la nostra cultura e la nostra società attraverso l’intromissione di un terzo elemento “nella relazione”. Sulle note di una famosa composizione di John Surman, una danza a tre fatta di continui incastri, equilibri e interconnessione fisica prende forma, come metafora di una diversa costellazione di relazione. Emanuele Rosa affianca all’intensa attività di danzatore e coreografo l’insegnamento di classi e workshop in Italia e all’estero. Maria Focaraccio, ha studiato presso il Balletto di Toscana, e dal 2015 vive a Berlino, dove lavora come danzatrice e coreografa freelancer. Alle ore 18 ci si sposta in Darsena di città per la performance di Sissj Bassani e Martina Piazzi SPEEED, un progetto coreografico e musicale ideato da Parini Secondo e Alberto Ricca/Bienoise, ispirato al fenomeno della Para Para e dell’Eurobeat, diffusosi negli anni 90 nei club di Tokyo. La Para Para è uno stile di danza caratterizzato da un’estetica coloratissima e gesti iper-dinamici. La sua peculiarità sono i movimenti delle braccia, che descrivono la sovraeccitazione caffeinica della musica Eurobeat attraverso complesse combinazioni gestuali ispirate all’animazione giapponese. Parini Secondo è un progetto coreografico che nasce nel 2017 da un’idea di Sissj Bassani e Martina Piazzi. Le artiste si propongono di lavorare sul movimento in maniera proteiforme, mettendo in discussione i limiti dell’autorialità e l’up-to-dateism. Con un atto ecologico e ready-made, il gruppo utilizza e remixa idee di altre persone e coreografie già esistenti, le quali vengono apprese online attraverso tutorial o altri contenuti in rete. Dalle ore 20.45 ci si sposta al Teatro Rasi per continuare ad assistere agli spettacoli dei giovani artisti della Vetrina. Si inizia con il lavoro diretto e interpretato da Nunzia Picciallo, che porta in scena W am I, una performance, un oggetto, uno spazio sicuro, un corpo, un’anima, un essere umano, un’esperienza ibrida e inclusiva per affermare un’identità non stereotipata. Le 5 W (Chi, Cosa, Dove, Quando, Perchè) sono le domande che fanno da àncora al processo creativo a cui la performer risponde con delle pratiche interdisciplinari collegate all’utilizzo del corpo. Attraverso il movimento, la ripetizione, e lo sfinimento fisico, l’autrice e performer ricerca una fisicità genderless per rivelare un’identità che vada ad alterare l’idea del costrutto sociale di genere. Nunzia Picciallo è un’artista multidisciplinare indipendente. Le sue creazioni spaziano tra danza, performance, arti visive a pittura astratta. Performer e autrice, Nunzia è anche insegnante di Gaga. A seguire Tracce – Looking for a place to die, di e con Sara Capanna, Barbara Carulli, Michele Scappa. Le tracce di cui si parla nella performance sono degli indizi di uno stato precedente, delle piccole quantità residue, dei segnali che permettono di ricostruire una traiettoria. Possono essere cercate, trovate, lasciate, percorse e ricordate. Sebbene ogni traccia sia unica e originale, ciascuna di esse ha la caratteristica di essere inevitabile. Come durante un sogno, i corpi si (con)formano in figure, che sfuggono all’accecamento luminoso esponendosi al buio, abitando i margini e i confini – dei “vuoti polverosi”- attraverso differenti ritmicità. Sara Capanna, Barbara Carulli e Michele Scappa si incontrano in diversi contesti professionali e dal 2021 decidono di sviluppare un progetto creativo co-autoriale per approfondire la ricerca sulla corporeità intrapresa nel 2019 da Sara e Michele con Crepe | studi sulla fragilità della materia.
La serata si conclude con il lavoro di Matteo Vignali e Noemi Dalla Vecchia che presentano
Hansel & Gretel alteration. spettacolo che, alterando la struttura narrativa della celebre fiaba dei fratelli Grimm, pone la sua attenzione sulla liquidità della famiglia contemporanea e sui relativi disagi educativi che questa reca nell’adolescente. Noemi Dalla Vecchia danzatrice e coreografa freelance e Matteo Vignali danzatore urban e coreografa, fondano nel 2019 VIDAVÈ Crafts, un progetto coreografico che ha un linguaggio di movimento musicale ed espressivo con una forte componente poetico narrativa.

Sabato 17 settembre ultima giornata dedicata alla Vetrina. Si inizia alle ore 16 (in replica ore 18) alla Fondazione Sabe per l’Arte, punto di riferimento per la promozione e la diffusione dell’arte contemporanea nella città di Ravenna, con la performance Fitting del coreografo Nicholas Baffoni. Fitting racconta di relazioni, un sistema complesso enigmatico che troppo spesso resta sotto traccia. Fitting abita incontri concreti, trascorsi impalpabili, convivenze simbiotiche; diventa un dialogo fra gli interpreti che si prepara, si struttura, si formalizza, si snocciola, si frantuma sotto gli occhi dello spettatore in site-specific. Nicholas Baffoni, danzatore e coreografo, nel 2019 vince il Premio Nazionale delle Arti-MUR con la coreografia L3, in collaborazione con Camilla Perugini.
Alle ore 17 gli spazi delle Artificerie almagià ospitano lo spettacolo Folk tales della coreografa Gloria Dorliguzzo. Folk Tales allestisce un onirico e visionario campo di battaglia. I confini identitari tra i due performer vengono messi in crisi. La dimensione di duello non stabilisce la superiorità di un potere sull’altro, bensì quello di indagare come dinamiche e regole a esso interne diano vita a diverse forme e combinazioni. Gli interpreti disegnano così lo spazio, avviando delle partiture coreografiche in funzione a dove sulla scacchiera avviene l’incontro. Gloria Dorliguzzo, danzatrice e coreografa, dal 2018 inizia la sua ricerca come autrice, combinando lo studio del corpo con le arti visive, la luce e il suono. Prediligendo performance site-specific, collabora con artisti provenienti da campi artistici diversi lavorando su linguaggi ibridi e di ricerca. Si prosegue al Teatro Rasi (dalle ore 20.45) con la performance
Wannabe, da un’idea della coreografa Fabritia D’Intino e del musicista Federico Scettri. La ricerca del lavoro nasce dalla riflessione sul rapporto tra danza e musica nella cultura contemporanea. Cosa muove i corpi di oggi? L’immaginario di riferimento è quello della televisione, delle discoteche e dei videoclip. La cultura pop occidentale diventa così base contemplativa del corpo in movimento e della performatività del genere in un viaggio fisico di riconoscimento e liberazione da alcuni dei codici che ci appartengono e identificano. Fabritia D’Intino è una danzatrice e coreografa, oltre alla creazione di performance per la scena, sviluppa la sua ricerca in contesti site-specific e articola il suo discorso artistico attraverso formati di ricerca e progetti relazionali, partecipativi e installativi. Federico Scettri, è batterista e compositore. Si esibisce in molte formazioni nell’ambito del jazz contemporaneo in Italia, Europa e America. Ha collaborato con musicisti come Paolo Fresu, William Parker, Francesco Bearzatti, Giovanni Guidi e Fabrizio Bosso. Sempre sul palco del Teatro Rasi, va in scena double:double, di e con Elena Sgarbossa. In double:double una collezione di screenshot del cellulare scandisce il dispiegarsi del corpo in scena; un corpo impegnato a rincorrere quella strana sensazione di corrispondenza, di sincronia con le cose. L’incontro tra movimento e questa collezione digitale di coincidenze permette all’anatomia e al pensiero di esplorare e problematizzare il concetto di puntualità, esattezza, giustezza. Elena Sgarbossa è un’artista italiana attiva nel campo della danza contemporanea e della performance. È co-fondatrice del team artistico di Base 9, associazione culturale che immagina e crea collettivamente progetti coreografici, partecipativi o laboratoriali.
La Vetrina si conclude con
fermati, coreografia e performance di Bianca Berger, che esplora il dialogo tra danza, Isomalt e matematica (in particolare, il Teorema di Fermat). Come dialogano i tre elementi tra loro? Quali sono gli attriti? In che modo gli elementi sono in relazione e si aiutano a vicenda? e come può essere creata una performance dalla loro combinazione? Guardare lo spettacolo dall’inizio alla fine, è come leggere il teorema da sinistra a destra. Bianca Berger, danzatrice e coreografa, inizia il suo percorso autoriale nel 2013 creando coreografie di danza urbana con un gruppo giovanile chiamato Shakti.

Ad accompagnare queste giornate di spettacolo inoltre, due appuntamenti speciali: gli Attraversamenti a cura di Maurizio Lupinelli ed Elisa Pol di Nerval Teatro che vedono protagonisti alcuni degli autori e autrici della Vetrina della giovane danza d’autore e di Nuove Traiettorie accanto ai partecipanti del Laboratorio permanente (venerdì 16 settembre, ore 15 Artificerie Almagià) e la presentazione del volume Anticorpi per la danza – Quattro anni di azioni per la promozione della giovane danza d’autore | 2018-2021, che racchiude i dati e l’analisi del monitoraggio sottoposto agli artisti e alle artiste che hanno attraversato le progettualità del Network Anticorpi XL nell’ultimo quadriennio di attività e che mette in risalto valori e bisogni della giovane danza d’autore (sabato 17 settembre, ore 18.30Fondazione Sabe per l’arte).

Come da tradizione, attraversa il Festival anche Nuove Traiettorie, l’azione formativa del Network Anticorpi XL caratterizzata da lezioni, incontri, confronti, scambio pratiche e visione di spettacoli che quest’anno porta a Ravenna 9 giovani autori e autrici provenienti da tutta Italia.

Il Festival è organizzato e promosso dall’Associazione Cantieri Danza con la direzione artistica di Francesca Serena Casadio, Christel Grillo e Giulia Melandri ed è realizzato in collaborazione con il Comune di Ravenna – Assessorato alla Cultura e con il contributo di MIC – Ministero della Cultura, Regione Emilia-Romagna, Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, ATER Fondazione, Network Anticorpi XL e il sostegno per la mobilità dell’Ambasciata di Israele.