“Puoi chiamarmi Emma” è il primo romanzo ad avviare la serie di “Incontri con l’autore”, che il Dipartimento di Lettere del Tecnico faentino ha pensato per il nuovo anno scolastico e indirizzato agli studenti di tutti gli indirizzi. Scritto da una giovanissima Matilde Falasca (2004) e pubblicato nel 2022 da Perrone Editore, il romanzo è stato presentato agli studenti qualche giorno fa nella luminosa cornice dell’aula magna. La scrittrice liceale romana, dopo il saluto di benvenuto dell’insegnante di Italiano Daniela Iuliano, a nome del Dirigente scolastico Fabio Gramellini, e di tutti i colleghi di Lettere, è stata presentata alla folta e attenta platea di studenti, cui non è sfuggito il tratto anagrafico così prossimo e, sin dalle prime battute, non ha fatto mancare una certa emozione per il confronto con gli studenti, cimentatisi con la sua opera prima. La mattinata è stata ricca di spunti, perché sono state numerose le domande formulate dagli studenti delle classi seconde, che con la collaborazione dell’insegnante Barbara Vernia hanno intrecciato con la Falasca un vero e proprio dialogo vivace. La penna dell’autrice, infatti, ha stuzzicato gli interessi più disparati dei giovanissimi, che hanno volteggiato dagli interessi più tecnici della scrittura fino a quelli più ambiziosi legati agli sviluppi di progetti editoriali futuri.
“Puoi chiamarmi Emma”, a dar credito anche alle domande degli studenti, può considerarsi un’opera ben riuscita, dallo stile pacatamente effervescente e pungente, un romanzo di formazione che vede come protagonista una liceale, Margherita, quasi un alter ego della scrittrice, all’ultimo anno di liceo, ai lembi dell’adolescenza e al bivio inesorabile di cosa fare della propria vita e cosa fare da grande. Lungo la spina dorsale della propria esistenza si inerpica anche il brivido di una crisi esistenziale, che scorta la ragazza fino a quando non intuirà che la recitazione può significare una rivoluzione non certo facile ma possibile, specie quando si apre all’ascolto di un suggerimento di un suo professore, che la incoraggerà a intavolare una corrispondenza segreta con un ragazzo misterioso chiamato Teo, a lei ignoto ma così affine, e che si rivela l’unico che possa comprenderla, fino a spifferargli delicatamente che “Puoi chiamarmi Emma”.