“Per effetto delle difficoltà economiche e del caro prezzi nel carrello della spesa sono crollati in quantità dell’11% gli acquisti di frutta e verdura nel 2022.

È quanto emerge dall’analisi di Coldiretti, Filiera Italia e Unaproa sulla spesa delle famiglie nel primo semestre dell’anno in occasione del vertice dell’Unione nazionale dei produttori di ortofrutta e agrumi (Unaproa) su aumento dei costi e crisi dei consumi, secondo dati Cso Italy/Gfk Italia.

I consumatori hanno ridotto del 16% le quantità di zucchine, del 12% i pomodori, del 9% le patate, del 7% le carote e del 4% le insalate. In calo anche gli acquisti di frutta estiva, mentre cresce solo la quarta gamma, come le insalate in busta, le cui vendite nei primi 6 mesi del 2022 sono salite del 7% sullo stesso periodo del 2021.

Una situazione che se da un lato registra l’aumento dei prezzi al dettaglio, dall’altro mette in evidenza valori riconosciuti agli agricoltori che spesso non coprono neppure i costi di produzione dei raccolti già falcidiati da grandine e siccità.

“In una fase storica caratterizzata dai pesanti danni provocati dai cambiamenti climatici – afferma il Presidente di Coldiretti Ravenna Nicola Dalmonte – e con i bilanci delle aziende messi a rischio da rincari di ogni tipo, dal riscaldamento delle serre ai carburanti, dalle materie prime agli imballaggi, fino all’alimentazione delle celle frigorifere, l’intera filiera dell’ortofrutta ravennate è in forte sofferenza. Per difendere il nostro patrimonio ortofrutticolo – prosegue – è necessario intervenire per contenere il caro energia ed i costi di produzione con interventi immediati e strutturali, in primis sul settore logistico”.

L’ortofrutta italiana – spiega Coldiretti Filiera Italia e Unaproa – garantisce 440mila posti di lavoro, pari al 40% del totale in agricoltura, con un fatturato di 15 miliardi di euro all’anno tra fresco e trasformato, pari al 25% della produzione agricola totale, grazie all’attività di oltre 300mila aziende agricole su più di un milione di ettari coltivati in Italia e vanta ben 113 prodotti ortofrutticoli Dop e Igp. Un terzo del fatturato del settore viene realizzato all’estero grazie alle esportazioni che hanno raggiunto lo scorso anno la cifra record di 5,5 miliardi di euro (+6%) anche se nei primi sei mesi del 2022 si registra un aumento delle importazioni ed un calo delle esportazioni. Sotto accusa infatti sono le importazioni incontrollate dall’estero favorite dagli accordi commerciali agevolati stipulati dall’Unione Europea come il caso delle condizioni favorevoli che sono state concesse al Marocco per pomodoro da mensa, arance, clementine, fragole, cetrioli e zucchine o all’Egitto per fragole, uva da tavola, finocchi e carciofi. Accordi fortemente contestati perché – spiegano Coldiretti Filiera Italia e Unaproa – nei paesi di origine è spesso permesso l’uso di pesticidi pericolosi per la salute che sono vietati in Europa, ma anche perché le coltivazioni sono realizzate in condizioni di dumping sociale per il basso costo della manodopera.

La filiera italiana dell’ortofrutta subisce oggi infatti una pesante concorrenza da parte di altri Paesi che hanno costi competitivi significativamente più bassi. Ne è un esempio la Turchia che produce con costi energetici fino a 10 volte inferiori ai nostri o la Spagna resa negli ultimi 10 anni più competitiva da un imponente piano infrastrutturale realizzato. “Vista l’importanza del settore sia sul nostro mercato interno che in export è indispensabile sostenerne la competitività attraverso infrastrutture energetiche e logistiche adeguate e con accordi con la parte più lungimirante dalla GDO che non vuole che i propri scaffali si svuotino di prodotti 100% italiani e vengano sostituiti da prodotti esteri caratterizzati da standard di sicurezza più bassi” afferma Luigi Scordamaglia, consigliere delegato Filiera Italia.

“Le nostre OP – sottolinea Sonia Ricci presidente di Unaproa – che stanno soffrendo già da tempo con gli aumenti del caro energia stanno avendo il colpo di grazia. Tutti questi rincari hanno messo in ginocchio le OP da sempre garanti della qualità e della sicurezza alimentare dell’ortofrutta e punto di incontro tra produzione e distribuzione. Da un lato servono soluzioni strategiche, ma dall’altro urgono interventi immediati per salvaguardare questo patrimonio. Chiediamo un nuovo patto alla GDO per garantire ai nostri consumatori cibo di qualità e soprattutto dare un giusto prezzo ai produttori, sapendo che il cibo ha e deve avere il giusto valore”.

Ogni famiglia italiana nel 2021 ha acquistato 229 chili di frutta e verdura con una spesa media di 458 euro. In pratica – concludono Coldiretti Filiera Italia e Unaproa – gli italiani mangiano in media circa 273 grammi al giorno di frutta e verdura, ben lontani dai 400 grammi raccomandati dal Consiglio dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) per una dieta sana.​”