23/05/2018 – In pochi, forse anche fra gli stessi faentini, sanno che il Museo del Risorgimento e dell’Età contemporanea di Palazzo Laderchi ha in deposito l’impennaggio, o coda, di un idrovolante Weichmann, anche detto idrovolante di tipo K. Un “tesoro nascosto” nei depositi del Museo, attualmente non esponibile, che sarà presentato al pubblico nel corso di una conferenza in programma domani – giovedì 24 maggio – alle ore 20.30, al Museo del Risorgimento, nel centenario dell’ultimo anno della Grande Guerra (1915 – 1918). Relatrice dell’incontro Ilaria Gatti, laureanda in ingegneria aereospaziale.
La coda dell’idrovolante giunse a Faenza negli anni venti, a seguito dell’interessamento di Piero Zama, allora direttore della Biblioteca comunale di Faenza, che aveva peraltro avviato tra la cittadinanza anche una raccolta di cimeli della Grande Guerra: il materiale attualmente esposto nella sala dedicata, all’interno del museo, è frutto di quelle donazioni.
Gli idrovolanti Weichmann, realizzati durante la prima guerra mondiale, erano idrovolanti biposto nati per coprire il ruolo di ricognitori e bombardieri. Nella primavera del 1916 l’ingegner Theo Weichmann (Ministero della Guerra e capo progettista presso l’Oeffag) del Pola Seefliegerarsenal (arsenale dell’aviazione marittima) completò il progetto di un idrovolante a due posti per ricoprire il ruolo di ricognizione e bombardiere, all’epoca svolto dall’ormai vecchio idrovolante Lonher tipo L. Fra l’aprile 1916 e il febbraio 1917 furono realizzati circa trenta esemplari di tale idrovolante.
Queste le principali caratteristiche tecniche dell’idrovolante Weichmann: apertura alare di 16 metri, lunghezza 10.2 metri, altezza 3.8 metri, peso a vuoto 1135 kg, peso massimo 1680 kg, velocità massima 135-140 kph, rateo di salita 1000m/10 minuti, autonomia oraria 6 ore, carico bombe 150-200 kg.