A Faenza SIGASCOTime-Out organizza sabato 4 maggio il Congresso scientifico dal titolo “Instabilità Acuta Gomito”. L’incontro, che si svolgerà al Museo Internazionale della Ceramica, cuore della città di Faenza, vedrà la presenza di una Faculty di risonanza nazionale ed internazionale e l’ampia partecipazione di professionisti dell’Unità Operativa di Ortopedia e Traumatologia dell’Ospedale di Faenza che da molti anni si occupano della patologia dell’arto superiore in particolare del Gomito, con il raggiungimento di un elevato standard di qualità nel trattamento di tali malattie.

«Negli ultimi anni l’attenzione e le conoscenze in merito al trattamento delle lesioni del gomito sono incrementate» spiega la presidente di SIGASCOTime-Out, Alessandra Colozza «Quella che un tempo era considerata “la tomba dell’ortopedico” ora è un’articolazione che abbiamo imparato a conoscere, a gestire. Stiamo sviluppando terminologie comuni, abbiamo compreso, anche se parzialmente, i meccanismi eziopatogenetici dell’instabilità e conosciamo i principi che devono guidare il trattamento delle instabilità. Nonostante questo, ancora oggi, anche nei Centri di riferimento, abbiamo a che fare con dei fallimenti. Lo scopo di questo incontro, che speriamo sia il primo di una serie di approfondimenti atti a inquadrare e riconoscere i potenziali errori nella gestione delle patologie del gomito, è quello di confrontarci per discutere di casi che hanno presentato delle complicanze e capire come esse vadano affrontate. L’argomento che tratteremo è quello dell’Instabilità: ogni Ortopedico può trovarsi di fronte ad un gomito instabile. Spesso il modo in cui si approccia inizialmente può compromettere il risultato definitivo. Un corretto inquadramento e gestione iniziale dell’instabilità, soprattutto se complessa, può preservare da fallimenti e successive chirurgie che inevitabilmente sono più problematiche in termini tecnici e che non garantiscono outcomes ottimali. Ci disponiamo a discutere in maniera costruttiva e serena i casi che ci hanno fatto “dormire male”, sperando che in futuro siano sempre di meno».