Continua il botta e risposta fra Alvaro Ancisi e Ravenna Manifestazioni per il caso dei direttori artistici. Ancisi aveva chiesto un “passo indietro” ad Anna Leonardi, moglie di Michele Marco Rossi e nuova co-direttrice artistica di Ravenna Festival, dopo le accuse di maltrattamenti rivolte al marito da parte di un’altra donna con la quale aveva avuto una relazione in passato. Ravenna Manifestazioni ha invece confermato l’incarico ad Anna Leonari, mentre Michele Marco Rossi, che andrà a processo per le accuse dell’ex compagna, ha deciso di non accettare l’incarico.

«Giovedì scorso ho pubblicato, per rivolgerla al sindaco, la mia interrogazione: “Marito e moglie condirettori di Ravenna Festival. Necessità di ripartire da zero”. Mi ha subito risposto la Fondazione Ravenna Manifestazioni, titolare di Ravenna Festival, con un comunicato stampa scorrettamente non firmato, che attribuisco quindi, viste le sue funzioni statutarie, al sovrintendente Antonio De Rosa» sottolinea in maniera critica Ancisi.

Ravenna Manifestazioni aveva ribattuto ad Ancisi di non essere un “soggetto di diritto pubblico”.

«Non avrei mai potuto scrivere che Ravenna Manifestazioni è “un ente di diritto pubblico”, né ho argomentato che sia “in controllo pubblico” piuttosto che soltanto un “soggetto partecipato dal pubblico” – replica il capogruppo di Lista per Ravenna – Non cambierebbe niente, ma siccome De Rosa chiama in difesa la “delibera” 1134/2017 dell’ANAC (che invece è una determinazione, autogol tragico per un dirigente pubblico), lo smentisco proprio con tale documento, secondo cui sono enti privati “in controllo pubblico”anche le fondazioni con bilancio superiore a 500 mila euro che esercitino attività di produzione o di gestione a favore delle pubbliche amministrazioni (Vedi l’art.2.2 primo periodo e l’art. 2.3, lettera b dell’ultimo periodo, ma lo stabilisce anche il decreto legislativo 33/2013). Basta leggere l’art. 3 dello statuto di Ravenna Manifestazioni (allegato) secondo cui il Comune di Ravenna “si avvale della Fondazione per l’attuazione delle proprie politiche culturali nel campo della cultura musicale o teatrale sul territorio”, avendole allo scopo affidato in gestione, tra l’altro, il teatro Alighieri. Ma si può giustificare, almeno politicamente, essendo “comandata” dal sindaco, che si comporti da “organismo di diritto privato”, libero di avere “contratti diretti di natura fiduciaria”, cioè di assumere (e spendere) evitando ogni controllo pubblico e senza dovere di imparzialità? E conta niente che (dati di bilancio del 2024) la Fondazione sia finanziata per il 73,8%, con denaro pubblico (in maggior parte del Comune di Ravenna con il 14,8%)?»

Vi è poi la questione burocratica legata agli incarichi dei direttori artistici.

«De Rosa non smentisce l’obbligo per Ravenna Manifestazioni di chiedere, prima di assumere a qualsiasi titolo – incarichi professionali compresi – dei dirigenti, una loro autodichiarazione sui procedimenti penali eventualmente a proprio carico. Il 4 agosto scorso, il Comune di Ravenna annunciò che il consiglio di amministrazione della Fondazione aveva “deliberato all’unanimità di affidare la co-direzione artistica del Ravenna Festival 2026 ad Anna Leonardi (sua moglie, nda) e Michele Marco Rossi, che insieme ad Angelo Nicastro predisporranno il programma artistico della prossima manifestazione”. Impariamo però ora da De Rosa che non solo a quella data, ma fino al 2 ottobre, quando si è saputo del rinvio a giudizio di Rossi per maltrattamenti, minacce, violenze psicologiche ed umiliazioni di tipo sessuale verso una sua ex fidanzata, a cui ha fatto seguire le sue dimissioni, non era ancora avvenuta la “formalizzazione del contratto”. Come se il consiglio di amministrazione avesse scherzato e De Rosa pure. In ogni caso, secondo logica, l’autodichiarazione avrebbe dovuto essere richiesta prima di deliberare alcunché sulla nomina dei due nuovi direttori artistici. D’altra parte, per correttezza, i coniugi De Rosa e Anna Leonardi (lei stessa a conoscenza di tutto) avrebbero dovuto avvisare spontaneamente il loro datore di lavoro, cioè il sindaco, di un fatto comunque molto grave. In tutto ciò, c’è qualcosa che non quadra e a cui quindi metterò mano».

Ancisi quindi chiede di azzerare gli incarichi di quest’anno e ripristinare la direzione artistica delle passate stagioni

«Confermo che sarebbe opportuno ripartire da capo, mantenendo in servizio, per l’edizione 2026, i due storici direttori artistici di Ravenna Festival, Masotti e Nicastro, ma per il seguito avviando la ricerca di un direttore artistico di livello e caratura notevoli con una procedura ad evidenza pubblica, come si è appena fatto emettendo un avviso pubblico con cui si raccoglieranno e si valuteranno manifestazioni d’interesse per la direzione artistica della stagione d’opera.
⁃ De Rosa è stato assunto ininterrottamente da decenni, come sovrintendente, senza alcuna procedura pubblica. Il suo ultimo contratto quadriennale, da oltre 133 mila euro l’anno, scade il 18 luglio 2026, quando avrà compiuto 67 anni. Ripartire da zero, confido col suo accordo, significa anche ricercare il suo migliore sostituto in Italia, o magari in Europa, come merita la dimensione internazionale di Ravenna Festival».

 

In allegato:

Statuto della Fondazione Ravenna Manifestazioni