Sono stati quattrocentoundici (411) i posti autorizzati nella nostra provincia per conferimento contratto a tempo indeterminato per il personale docente. Il personale Ata che avrà un contratto a tempo indeterminato sarà pari a sessantatré (63) unità. “Percentuali molto basse di posti autorizzati per i ruoli, rispetto al reale fabbisogno delle nostre istituzioni scolastiche; sospetto già evidenziato quando abbiamo conosciuto l’entità dell’organico di diritto concesso a Ravenna.” Queste le prime considerazioni della segretaria generale provinciale FLC Cgil Marcella D’Angelo: “cambiano i Governi, ma la musica rimane la stessa suonata per lo più, sulla pelle delle alunne e degli alunni”.
“Analizzando i dati in nostro possesso, continua la D’Angelo, i ruoli concessi per il personale ATA, sono stati così distribuiti sui diversi profili: assistenti amministrativi ventuno (21); assistenti tecnici sei (6) e collaboratori scolastici (36), a conti fatti nemmeno un posto/profilo per scuola visto che di scuole a Ravenna ve ne sono quarantaquattro (44). Inoltre, le contingenti necessità dei Dirigenti Scolastici di garantire e assicurare il servizio, la didattica, la vigilanza, i vaccini etc per il prossimo anno scolastico, in modo quantomeno dignitoso, ha fatto si che le richieste in organico di fatto siano state circa un centinaio. Sul concreto quindi, le necessità reali sconfessano tangibilmente i twett di propaganda costruiti anche su architravi di ossimori flessibili”.
Per i docenti l’analisi della distribuzione dei posti concessi in ruolo è la seguente: scuola dell’infanzia dodici (12); scuola primaria novantasette (97); scuola secondaria di primo grado centosette (107); scuola secondaria di secondo grado centotrentanove (139) e sul sostegno solo cinquantasette (57) . Anche qui, continua la segretaria FLC Cgil Ravenna, “la situazione è alquanto paradossale. Mancano numeri e quindi classi in tutti gli ordini di scuola e il capitolo sostegno sarebbe tutto da riscrivere infatti, sono stati trecentodieci i posti in deroga concessi, cifra che ci consegna la dimensione della necessità dei posti per gli alunni più fragili.” Vogliamo porre infine, un’attenzione particolare alla scuola primaria. Tutti e novantasette (97) docenti interessati alla nomina in ruolo, hanno un giudizio pendente che, nel momento in cui avrà sentenza definitiva, se negativa, di fatto trasformerà i contratti da tempo indeterminato a tempo determinato. “Un ruolo fittizio figlio di un decreto che di dignitoso ha davvero ben poco e che getterà nel caos i docenti, le segreterie scolastiche e i discenti. ” La soluzione adottata infatti, risulta quasi beffarda per i tanti docenti che aspettavano una risposta definitiva dal nuovo Governo che di fatto li “licenzia” il 30 giugno 2019. Al primo di settembre quindi, conclude la D’Angelo, la campana suonerà quasi a lutto perché sono davvero troppi i nodi da sciogliere e per i quali vanno previste soluzioni inconfutabili e tangibili, “per il bene della Scuola e a salvaguardia del futuro”.