La Fillea, organizzazione di categoria degli edili della Cgil, delle province di Ravenna e Rimini esprime il proprio più profondo cordoglio e si stringe attorno alla famiglia e ai colleghi lavoratori del titolare dell’azienda Eco Edil di Rimini. Lavoratore che oggi ha perso la vita per un tragico infortunio sul lavoro, avvenuto in una azienda di Lugo, mentre svolgeva manutenzioni sul tetto.

Si tratta dell’ennesimo infortunio mortale che denota, come la situazione della sicurezza in edilizia sia preoccupante e segnala il degrado che stanno vivendo i nostri territori. Ancora nel 2019 gli aspetti relativi alla salute e sicurezza non sono affrontati in modo adeguato.

“Dall’inizio dell’anno in Emilia Romagna nel settore delle costruzioni – commentano Davide Conti e Renzo Crociati, segretari generali delle due strutture sindacali di Ravenna e Rimini – sono avvenuti 280 infortuni sul lavoro denunciati all’Inail e rispetto all’anno precedente aumentano gli infortuni che coinvolgono lavoratori edili con più di cinquant’anni. Solamente nei due comuni di Rimini e Ravenna negli ultimi due mesi sono avvenuti tre morti sul lavoro nel settore edile. Non basta più l’indignazione, dobbiamo passare a fatti concreti. Dobbiamo iniziare a parlare della proposta di legge sull’omicidio sul lavoro, proposta che è stata presentata ma che è rimasta ancora al punto di partenza. Non vogliamo aspettare il prossimo infortunio, per questo motivo nei prossimi giorni chiederemo la convocazione di un tavolo con tutti i soggetti istituzionali e non coinvolti sul tema sicurezza sul lavoro”.

“Una settimana tragica in Romagna – afferma Marinelli – ieri a Lugo e martedì a Sarsina: l’allarme che avevamo lanciato nei giorni scorsi è purtroppo triste realtà.”

Questa è l’affermazione di Francesco Marinelli, segretario generale CISL Romagna, che esprime il proprio cordoglio alla notizia del fatale incidente sul lavoro accaduto venerdì a Lugo, in cui ha perso la vita un giovane lavoratore di 38 anni.

Una scia di infortuni mortali in cui si deve prendere nota di quello accaduto martedì scorso nei campi del sarsinate e del decesso del 3 settembre scorso dell’edile a Cesena e di un altro operaio a giugno a Santarcangelo di Romagna: solo per citarne alcuni.

Proprio nei giorni scorsi la CISL Romagna ha presentato il secondo rapporto annuale su “Gli infortuni sul lavoro in Romagna”, in cui emergevano i record negativi del territorio romagnolo.

DECESSI SUL LAVORO

“A Ravenna sono quasi raddoppiati i casi di decesso nei luoghi di lavoro, passando dai 5 morti del 2017 ai 9 decessi del 2018 – spiega il segretario – questo ha fatto balzare la provincia dal quinto al secondo posto in Emilia-Romagna con 5,2 sinistri letali ogni centomila occupati.”

A Forlì-Cesena riduce i decessi sono scesi a 7 nel 2018, ma quello che preoccupa è l’incidenza. Infatti su centomila lavoratori sono ben 4 gli eventi micidiali, sempre superiori alle medie regionale di 3,3 e nazionale di 3.

INFORTUNI SUL LAVORO

Il rapporto analizza anche gli infortuni definiti “accertati” da parte dell’INAIL e che non hanno avuto esiti mortali.

“Purtroppo gli infortuni sul lavoro sono aumentati nella provincia di Forlì-Cesena nell’anno 2018 – continua  Marinelli – confermandola al secondo posto in regione per rischiosità lavorativa in rapporto agli occupati: tre infortuni ogni cento lavoratori”.

Ravenna mantiene la seconda posizione, pur registrando una riduzione per valori assoluti di 50 incidenti. Migliora, invece, la situazione a Rimini che diminuisce gli infortuni sia in valore assoluto, sia in rapporto ai lavoratori passando dal quinto al sesto posto in Emilia-Romagna.

“Da questi numeri è evidente che la sicurezza nei posti di lavoro continua a essere una criticità per l’economia romagnola, non solo per i danni causati direttamente alle persone – riprende – ma anche per i costi sociali e aziendali che si scaricano sulla collettività. Questa non è l’Industria 4.0 che può concorrere a livello europeo.”

“Manca ancora nel nostro paese una vera cultura della sicurezza. La sicurezza non va considerata dalle imprese solo come un adempimento alle norme, ma una vera leva di sviluppo e crescita, che tiene insieme benessere delle persone e produttività.”
Purtroppo il Governo ha recentemente abbassato la guardia su questo argomento, infatti ha tagliato 410 milioni di euro sui piani d’investimento per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro.

TRE APPELLI

“Non possiamo accettare che nel terzo Millennio si muoia di lavoro e per il lavoro, quindi come CISL Romagna lanciamo tre appelli: alle imprese perché migliorino l’organizzazione del lavoro e la formazione dei lavoratori per una cultura della sicurezza, all’AUSL perché collabori il più possibile con i Rappresentanti dei Lavoratori per la sicurezza e al Governo perché finanzi l’assunzione di personale presso gli Ispettorati Territoriali del Lavoro e costituisca una cabina di regia come quella prevista per il caporalato.”