27/05/2018 – Ieri è stata una giornata storica per il movimento delle donne nazionale ed europeo. Le donne irlandesi hanno festeggiato la vittoria al referendum che consentirà al governo di approvare la legge per la depenalizzazione dell’aborto mentre noi italiane eravamo nelle piazze delle nostre città per denunciare che a 40 anni dalla legge 194 siamo ancora lontane dalla sua piena applicazione.
L’Udi è stata al mattino in piazza del mercato a Ravenna e nel pomeriggio le donne della Casa hanno partecipato a Bologna al corteo Molto di più di 194. Nel tardo pomeriggio però l’associazione Evita Peron ha tappezzato il portone di ingresso della Casa delle donne di locandine con gli ormai consueti feti già visti le scorse settimane in città.
Non è la prima volta che l’associazione Evita Peron attacca la Casa delle donne.
É successo lo scorso 8 marzo, un altra giornata fondante per il movimento delle donne. Mentre eravamo impegnate in una passeggiata femminista e antifascista per le strade e le piazze della nostra città intitolate a donne partigiane, staffette e resistenti, sono state attaccate alla pensilina della fermata dell’autobus davanti alla Casa delle donne locandine con i ritratti di moglie di dittatori e ausiliarie del Saf (Il Servizio Ausiliario Femminile alle dipendenze Partito Fascista Repubblicano).
La Casa delle donne è un luogo pubblico, aperto a tutte e tutti che ha tra i suoi principi statutari la costruzione di relazioni politiche tra le donne di Ravenna, dell’Italia e del mondo e le associazioni femminili e femministe, le cui finalità siano la libertà delle donne, l’autodeterminazione, la cultura dell’accoglienza, del rispetto fra i generi, della nonviolenza e della pace.
Siamo pertanto disponibili a incontrare chiunque desideri confrontarsi su questi temi. Rifiutiamo e denunciamo invece azioni intimidatorie, strumentali e vigliacche come quelle che abbiamo subito.
I luoghi delle donne non si toccano così come non si tocca la libertà di scelta sui nostri corpi e sulle nostre vite.